Vincitore 2017
Anna Cantini
Architetto
Architetta abilitata alla professione, ha conseguito la Laurea
Specialistica presso l’Università degli Studi di Ferrara nel 2012 con una Tesi sulla conservazione del patrimonio storico della Palestina, condotta sul campo in collaborazione con l’organizzazione non governativa palestinese Riwaq - Centre for Architectural Restoration, con sede a Ramallah (PS).
Ha seguito poi il corso di specializzazione in “Habitat Tecnologia e Sviluppo nei Paesi in via di sviluppo” del Politecnico di
Torino nel 2014, il cui focus è stato quello di fornire conoscenze
specifiche di Tecnologia dell’Architettura, attraverso lo studio di
buone pratiche di urbanizzazione per i Paesi non industrializzati.
Questo corso ha incluso una esperienza pratica di due mesi a
Santa Marta (Cabanas), El Salvador, il cui obiettivo principale è
stato quello di redigere le linee guida per un Piano di Sviluppo
Comunitario del Territorio di Santa Marta, a conclusione di un
progetto partecipativo con la comunità locale.
Ora è dottoranda del Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito.
La proposta di ricerca, che ha presentato in sede di concorso,
ha il titolo: “Urban Resilience: An Open Approach”; la docente
supervisor è Alessandra Zanelli, professoressa associata in Tecnologia dell’Architettura e specializzata nello studio di Tecnologie Leggere (trasportabili, smontabili, adattabili).
Il progetto
di ricerca condiviso con il gruppo condotto dalla professoressa Zanelli, sviluppa i concetti di l’Architettura per l’Emergenza
(Shelter) e il suo packaging (Design del Prodotto).
Sta inoltre prendendo parte al progetto di ricerca S(p)eedkits, co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma
Quadro FP7 e di cui il gruppo della professoressa Zanelli è partner, allo scopo di sviluppare kits emergenziali (Packaging, Shelter, Water&Sanitation, Medical Infrasctucture, ...) da utilizzare in contesti di emergenza abitativa (http://ifrc-sru.org/research/
speedkits/). Il progetto si chiama “Speed” perché i kits sono
destinati a rispondere a delle emergenze; “Seed” perché i kits studiati e prodotti possano essere utili in fase di recupero post crisi, agevolando pratiche di auto-costruzione. L’intero studio e i prototipi realizzati sono basati sull’esperienza internazionale di IFRC - International Federation of Red Cross - e di altre organizzazioni umanitarie e sono finalizzati all’ottimizzazione delle pratiche esistenti.
La ricerca in corso muove i passi da questa esperienza e indagherà la Tecnologia dell’Architettura in contesti emergenziali, secondo un approccio partecipativo e circolare (analisi e coinvolgimento degli stakeholders, co-progettazione e progettazione aperta).